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La fibromialgia è una patologia reumatica caratterizzata da dolore cronico e diffuso, che può colpire parti diverse del corpo. La nutrizione sta sempre più diventando un approccio terapeutico efficace da integrare per la cura di questa malattia.


SINTOMI E DIAGNOSI DELLA FIBROMIALGIA

La fibromialgia è una patologia reumatica caratterizzata da dolore cronico e diffuso, che può colpire parti diverse del corpo, come muscoli, articolazioni, tendini o tessuti molli. Spesso si associa ad un dolore più acuto in punti specifici, localizzati per lo più a livello delle inserzioni dei tendini.

La fibromialgia si accompagna a diversi sintomi la cui gravità può variare da persona a persona, come affaticamento, disturbi del sonno e dell’umore, ansia, depressione, disturbi intestinali e digestivi. Questi sintomi possono essere davvero debilitanti, tanto da rendere difficile svolgere molte attività quotidiane e vivere una vita “normale”.

Le cause della fibromialgia non sono ancora del tutto chiarite. Sicuramente si tratta di una malattia molto complessa e multifattoriale, in cui intervengono componenti genetiche, ambientali, neurologiche, eventi traumatici o stress. Ha un’incidenza che varia tra le diverse popolazioni e paesi, colpisce prevalentemente donne in età adulta, in Italia ne soffrono più di 2 milioni di persone.

È molto difficile da diagnosticare, perché non esistono test specifici e spesso viene confusa con altre malattie, rendendo ancora più complicato poter intervenire in maniera adeguata. Ad oggi, l’approccio terapeutico più efficace è quello multidisciplinare, che prevede sia l’utilizzo di farmaci e integratori sia interventi comportamentali, in grado di ridurre i sintomi e migliorare la salute e la qualità di vita. Una nutrizione mirata, la cura del microbiota e una corretta terapia riabilitativa, unita ad attività fisica specifica, offrono sicuramente un supporto valido alla cura della fibromialgia.

L'EFFICACIA DELLA NUTRIZIONE COME TERAPIA

La nutrizione sta sempre più diventando un approccio terapeutico efficace da integrare per la cura della fibromialgia.

Le persone con fibromialgia spesso presentano carenze nutrizionali, intolleranze a specifiche sostanze (come glutine, nichel o istamina), infiammazione, eccesso di radicali liberi, alterazioni metaboliche e neurologiche. Per esempio, l’utilizzo cronico di farmaci riduce i livelli di molti nutrienti come omega-3, minerali (ferro e magnesio) e vitamine (vitamine D, E, A e B12). Inoltre, nei pazienti con fibromialgia, la presenza di una condizione infiammatoria diffusa e una scarsa capacità antiossidante, impediscono alle nostre cellule e quindi ai nostri organi di funzionare al meglio. Tutte queste alterazioni, unite allo sviluppo di specifiche intolleranze, possono creare situazioni patologiche che si sommano a quelle già presenti, come aumento di peso e obesità, disbiosi intestinale, atrofia muscolare, problemi neurologici e alterazione dell’umore.

In questo contesto, una dieta su misura definita grazie al supporto di un esperto nutrizionista rappresenta uno strumento capace di contribuire in maniera efficace al miglioramento della salute e della qualità della vita del paziente.

LA CORRELAZIONE TRA FIBROMIALGIA E MICROBIOTA

L'associazione tra microbiota intestinale e fibromialgia è oggetto di interesse nella comunità scientifica, ma la ricerca è ancora in corso per comprendere meglio questa relazione.

Uno dei meccanismi attraverso cui il microbiota intestinale potrebbe influenzare la fibromialgia è attraverso la produzione di metaboliti e molecole bioattive. I batteri presenti nell'intestino sono in grado di fermentare e metabolizzare i nutrienti che consumiamo, producendo una vasta gamma di composti chimici. Alcuni di questi composti possono avere effetti sul sistema nervoso centrale e sul sistema immunitario, che a loro volta possono influenzare i sintomi della fibromialgia.

Inoltre, il microbiota intestinale svolge un ruolo importante nel sistema immunitario. Una disbiosi, cioè un'alterazione dell'equilibrio del microbiota intestinale con un aumento di alcuni batteri e una diminuzione di altri, potrebbe innescare una risposta infiammatoria a livello sistemico. L'infiammazione è stata associata alla fibromialgia, quindi è possibile che le alterazioni del microbiota intestinale possano contribuire all'infiammazione e ai sintomi della malattia.

Studi preliminari condotti su piccoli campioni di pazienti con fibromialgia hanno riportato alcune differenze nel microbiota intestinale rispetto a individui sani. È oggi possibile, tramite test mirati, valutare e poi intervenire sulla qualità del microbiota per migliorare la sintomatologia del paziente fibromialgico.

TERAPIA RIABILITATIVA, FISIOTERAPIA E ATTIVITÀ FISICA

L’obiettivo principale della terapia è quello di migliorare la qualità della vita del paziente attraverso l’esercizio fisico, contrastando il dolore. Il movimento è fondamentale infatti per spezzare il circolo vizioso del dolore che porta il paziente all’immobilità e di conseguenza a un peggioramento della forma fisica e della sintomatologia in generale.

Il fisioterapista mira, quindi, a un lavoro muscolare di allungamento grazie alla terapia manuale e massoterapia, utile inoltre a ristabilire l’equilibrio posturale. La metodologia utilizzata da un fisioterapista specializzato nel trattamento della fibromialgia deve essere individualizzata e modulata in base alle evidenze e alle esigenze del paziente.

La prima fase del percorso riabilitativo si focalizza sui recettori sensitivi e poi sui recettori muscolari e articolari. Questo aspetto del percorso permette al paziente di ristabilire un profilo neuromotorio fisiologico e di riacquistare, dunque, il controllo del movimento. Una seconda fase del percorso prevede poi la rieducazione motoria e funzionale, la rieducazione posturale, la massoterapia e le terapie fisiche.

Dott.ssa Paola Cassis
Dott. Cristian Testa
Terapista Miriam Zanchi